Il Foro Romano tempera scuola tedesca

Il Foro Romano tempera scuola tedesca

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Grande tempera su carta raffigurante il Foro Romano, entro cornice in legno dorato con stucchi dei primi dell’800.

Scuola tedesca, non firmato, attribuibile al pittore Carl Ludwig Hackert (1740-1800) o ad Albert Christoph Dies (1755-1822)

Epoca: fine del XVIII sec

Dimensioni: cm 50×70, con cornice 70×90

Stato di conservazione: ottimo, commisurato all’epoca.

Esaurito
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Albert Christoph Dies o Thies (Hannover, 11 febbraio 1755 – Vienna, 29 dicembre 1822) è stato un pittore, compositore e biografo tedesco.

Dies nacque ad Hannover (venne battezzato l'11 febbraio 1755) e iniziò i suoi studi nella stessa città. Studiò per un anno all'accademia di Düsseldorf e poi, a vent'anni d'età e con trenta ducati in tasca, partì alla volta di Roma. Durante il viaggio si fermò a studiare brevemente a Mannheim e Basilea. Nella capitale italiana condusse una vita frugale fino al 1796; suo figlio Johannes (Giovanni) nacque nel 1776. Per mantenersi copiava quadri, principalmente di Salvator Rosa (suo pittore preferito) ma il suo gusto personale lo portava anche a dipingere i paesaggi naturali di Tivoli, Albano e altri luoghi pittoreschi intorno alla città dove risiedeva. Per gli stessi motivi visitò più volte anche Napoli, luogo natale di Rosa.

Nel 1787 ricevette una visita di Goethe. Il poeta, interessato alla teoria del colore, riportò nel suo Zweiter römischer Aufenthalt:

«Al momento sono impegnato in una cosa che mi sta insegnando molto; ho adocchiato e disegnato un paesaggio che un abile artista, Dies, ha colorato in mia presenza; pertanto, gli occhi e la mente crescono sempre più abituati al colore e all'armonia.»

(Johann Wolfgang von Goethe, in Zweiter römischer Aufenthalt)

In questo periodo Dies compose anche della musica. Non ci rimane nulla, tuttavia, della sua produzione musicale, ed è probabile che egli abbia distrutto tutti i suoi spartiti.

Jacques-Louis David, all'epoca impegnato nella composizione del giuramento degli Orazi (1784) a Roma, volle portare Dies a Parigi. Ma egli aveva dei buoni motivi per rifiutare l'offerta: stava infatti corteggiando una giovane romana, che sarebbe diventata sua moglie. Nel frattempo conobbe Volpato, per il quale fece dei disegni. Ciò influenzò indubbiamente il progetto (portato a termine in seguito) di pubblicare, assieme a Jacob Wilhelm Mechau, Johann Christian Reinhart e Johann Friedrich Frauenholz, la cosiddetta Collection de vues pittoresques de l'Italie. Questo lavoro venne stampato in settantadue copie a Norimberga, nel 1799.

Nel 1787 Dies ingerì per sbaglio tre quarti d'oncia di diacetato di piombo. La sua convalescenza fu lunga e non guarì mai completamente.

Sembra che Dies sia scappato a Salisburgo nel maggio del 1796, in compagnia di una giovane ragazza. Si trasferì a Vienna l'anno seguente, e vi sbarcò il lunario raffigurando paesaggi. Si mantenne anche come disegnatore e incisore. Insegnò poi pittura paesaggistica all'accademia Reale e Imperiale e infine divenne gallerista del principe Nicola II Esterházy. Quindi le sue condizioni fisiche peggiorarono, al punto che perse l'uso di una mano.

Entrato in contatto con il compositore viennese Franz Joseph Haydn, del quale era un grande ammiratore, tra il 1805 ed il 1808 frequentò ripetutamente la sua casa per intervistarlo e raccolse una grande quantità di informazioni, che portarono nel 1810 alla pubblicazione della sua biografia, Biographische Nachrichten von Joseph Haydn.

Dies morì a Vienna il 28 dicembre 1822, dopo molti anni di sofferenze croniche.


Carl Ludwig Hackert (1740 Prenzlau, Germania - 1800 Morges, Svizzera)

Carl era il secondo dei cinque fratelli Hackert, tutti artisti, il cui padre era un pittore di Berlino. Il figlio maggiore, Filippo (Prenzlau 1737 - Firenze 1807) divenne un artista molto famoso, dipingendo per famiglie reali in tutta Europa. Si recò a Napoli alla fine del XVIII secolo, prima di stabilirsi a Roma, dove fu raggiunto da Carl Ludwig nel 1772. I tre giovani Hackert visitarono anche Phillip nella Città Eterna. Phillip incoraggiò il lavoro di Carl Ludwig in olio e tempera, e il secondo figlio produsse presto diverse visioni romane e italiane, prima di trasferirsi in Francia e Svizzera nel 1778.