Raro libro sui micromosaici 1856

Raro libro sui micromosaici 1856

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“Alcuni musaici usciti dallo studio del Cav. Michel'Angelo Barberi” Roma, Tipografia Tiberina, 1856.

Il libro più raro, una sorta di catalogo, sui micromosaici mai scritto dallo stesso creatore, composto da 22 tavole colorate a mano con descrizione, che rappresentano alcune delle opere di uno dei migliori maestri mosaicisti del XIX secolo il Cav. Michelangelo Barberi (Roma 1787-1867).

Pochissime copie esistenti sono conosciute, in alcune biblioteche internazionali, ma nessuna versione colorata.

Ottime condizioni commisurate all'epoca e all’uso.

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BARBERI, Michelangelo. - Figlio dell'architetto Giuseppe, nacque a Roma l'8 maggio 1787 (Múller-Singer); il fratello Paolo Emilio fu pittore, e furono probabilmente suoi parenti il mosaicista Gioacchino (1783-1857), che ebbe a sua volta un figlio mosaicista, Luigi, e il pittore Pietro. Scarse sono le notizie biografiche sul B., le cui uniche opere individuate si trovano all'ermitage di Leningrado. Apprese l'arte del mosaico da C. Aguatti; intorno al 1820 frequentava lo studio del mosaico in Vaticano, dove più tardi insegnò ad artisti italiani e russi; egli doveva dunque essere già noto e stimato per un'attività artistica purtroppo a noi sconosciuta. Nel 1823 firmava il Trionfo d'amore (Leningrado, Ermitage), tavola in mosaico che nello stesso anno fu esposta a Roma e che V. Grigorovi~ (1825) scrisse essere stata disegnata a Roma dal pittore russo F. A. Bruni. Pio VII avrebbe voluto acquistare questo mosaico per il Campidoglio; essendo però morto il papa, il B., "mancando allora in Roma altri mecenati che potessero comprarlo, decise di offrirlo alla corte russa". Nel 1827, infatti, si recò a Mosca, ma non risulta quando tomasse in Italia. Indicativo del successo dell'opera è il fatto che nel 1851 L. Moglia esponeva a Londra una tavola a mosaico che ripete quasi esattamente il lavoro dei Barberi. Sempre nel Museo dell'ermitage si trovano altre due tavole in mosaico con Le ventiquattr'ore in Roma in due versioni, l'una del 1839, l'altra, in proporzioni ridotte, dei 1843; entrambe facevano parte dell'arredamento dei Palazzo d'invemo ed erano state conimissionate dallo zar Alessandro II (una terza versione della stessa tavola, datata 1840, è riprodotta in L'Album, XXIII[1856], p. 225). I più bei cieli d'Italia (1846) e I monumenti di Roma (1847) sono le opere più tarde che possiede l'Ermitage: la prima è riprodotta, oltre che nella raccolta antologica del B., in L'Album, XXIII (1856), p. 209, dove èdetto (p. 210) che fu ripetuta con qualche variante per Lord Kilmorey e fu esposta a Londra nel 1851 ottenendo la sola medaglia che conquistò lo Stato pontificio. All'ermitage si conservano anche due mosaici eseguiti (1847 e 1851) da artisti russi (i decoratori della cattedrale di S. Isacco a Leningrado) a Roma sotto la direzione del B., rappresentanti copie (leggermente modificate dal maestro) di un pavimento antico in Vaticano.

Attraverso queste opere si può notare una evoluzione in senso realistico del B., che, nei paesaggi arricchiti da architetture e motivi decorativi, si propose di riprodurre illusionisticamente la prospettiva aerea, seguendo in ciò la pittura a olio a lui contemporanea, mediante l'attento studio dei valori atmosferici in una suggestiva fusione delle sfumature del colore con i naturali mutamenti della luce. Nella scelta dei soggetti si può notare l'intento di celebrare glorie religiose e nazionali.

Dal 1852 al 1854 il B. eseguì mosaici con vedute di Roma a decorazione di camini e pavimenti nella villa San Donato in Firenze per il principe Demidoff (in L'Album, XXIII [18561, p. 348, è riprodotto un Panorama del Foro romano, eseguito su disegno di A. Moretti). Il Moroni (1848) scrive che il B. eseguiva anche mosaici minuti per gioielli ispirandosi a soggetti letterari (Divina Commedia, Promessi Sposi, ecc., o "soggetti scherzanti", come la Biondina in gondoletta, Tarantella,ecc.). Nel 1856 fu nominato da Pio IX commendatore dell'Ordine di S. Silvestro e nello stesso anno pubblicò una raccolta antologica delle sue opere (Opere del comm. M. A. B., Alcuni musaici usciti dallo studio..., Roma 1856).

Membro di varie Accademie romane (cfr. La Premiazione...,1842), stimato e celebrato non solo a Roma, ma anche all'estero e soprattutto in Russia, Francia e Inghilterra, come attestano i ripetuti successi e le numerose commissioni, il B. morì a Roma il 17 ag. 1867.