Ponte Salario e la campagna romana

Ponte Salario e la campagna romana

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Raffinato dipinto ad olio su tela raffigurante paesaggio con ponte nella campagna romana, il Ponte Salario, qui rappresentato dopo l’abbattimento della torre da difesa eretta nel medioevo e demolita nel 1829.

In secondo piano sulla sinistra un casale fortificato con torre, la Torre Salaria o del Canicatore, entro cornice dorata coeva con decorazioni incise a motivi vegetali.

Scuola straniera della prima metà del  XIX sec., 1830/40 circa.

Dimensioni: cm 25 x 35

Stato di conservazione: ottimo, prima tela, telaio e cretto originale.

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Ponte Salario

Nel corso dei secoli il ponte fu più volte distrutto e ricostruito: subì gravi danni per mano di Totila nel 544 d.C. e  nel 565 d.C. fu restaurato dal generale bizantino Narsete.

Attraverso il ponte Salario, l’antico pons Anienis, percorrendo la via Salaria si poteva attraversare l’Aniene nel punto in cui il fiume confluiva con il Tevere.

Il ponte romano viene ricordato da Tito Livio per la prima volta nel 394 a.C. a proposito dell’invasione dei Galli. Nel 544 d.C. subì gravi danni per mano di Totila nel corso della guerra tra Goti e Bizantini, successivamente fu restaurato nel 565 dal generale bizantino Narsete.

A testimonianza di tale ricostruzione egli fece apporre sui parapetti due epigrafi di cui è rimasto il testo.

Nel corso dell’alto Medioevo nella metà destra del ponte fu costruita una torre di difesa che venne demolita nel 1829.

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Nel 1849 il ponte fu tagliato per 15 m. dai Francesi e, dopo alterne vicende, fu minato e distrutto nel 1867 dalle truppe pontificie per ostacolare i garibaldini.

Successivamente, nel 1874, fu ricostruito e nel 1930 venne ampliato con sovrastrutture aggettanti poste su appositi mensoloni.

Dell’antica struttura romana sono conservati due archi minori di sottorampa da una parte e dall’altra dell’arco centrale moderno.

Il ponte era costituito originariamente da una grande campata centrale con archivolto in travertino e da due archi minori in blocchi di tufo su ciascuna rampa.

Le strutture attualmente conservate, probabilmente risalenti all’età repubblicana (fine II – prima metà del I sec. a.C.) sono in opera cementizia con schegge di tufo, mentre i paramenti a vista sono in blocchi di tufo di Fidene.