Villa Mills al Palatino

Villa Mills al Palatino

2.000,00 €

Tecnica mista su cartoncino entro cornice in legno dorato coeva raffigurante una rara veduta di Villa Mills a Roma sul Palatino demolita negli anni ’20 del 1900.

Autore ignoto di scuola tedesca datato 23.2.06

Dimensioni cm 38,5 x 55

Stato di conservazione eccellente commisurato all’epoca.

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Villa Mills, precedentemente nota come Villa Mattei al Palatino, era una villa di Roma situata sopra il Palatino tra via di San Bonaventura e via dei Cerchi, nel rione Campitelli. Costruita sopra la Domus Augustana e la Domus Flavia, fu demolita all’inizio del XX secolo per consentire gli scavi del sito archeologico.

Nel XVI secolo, l’area in cui si trovava Villa Mills era sostanzialmente composta da giardini e vigneti, parte dei famosi Orti Farnesiani sul Palatino creati dal cardinale Alessandro Farnese.

Una piccola casa di campagna fu costruita dalla famiglia Stati sopra l’antica Domus Augustana, con una piccola loggia decorata con affreschi di Baldassarre Peruzzi – raffiguranti lo zodiaco, le muse e altri temi classici – e da altri pittori della bottega di Raffaello. In seguito la villa passò per le mani delle principali famiglie di Roma, come i Colonna, i Mattei di Giove, gli Spada e i Magnani, e di altri proprietari meno noti, ed era nota come Villa Mattei al Palatino o Villa Stati-Mattei.

Nel 1818 la proprietà fu acquistata da Charles Andrew Mills (1770-1846) e dall’archeologo inglese William Gell (1777-1836)[4]. Nel 1824 i due restaurarono la piccola loggia rinascimentale aperta che ospitava gli affreschi del Peruzzi.. In un secondo momento sui pennacchi delle arcate dipinte del primo piano furono collocati dei medaglioni con una rosa, un cardo e un trifoglio mentre i pilastri del cancello d’ingresso furono decorati con cardi.

Nel 1846, Robert Smith (1787-1873), un ex-funzionario della Compagnia delle Indie orientali, acquistò Villa Mills dopo aver sposato un’ereditiera francese, Julia Adelaide Vitton de Claude, e la nascita del figlio della coppia, Robert Claude, nato a Venezia nel 1843. Morton ritiene che sia stato Mills a aggiungere elementi gotici alla villa usando i servizi di un “architetto inglese alla moda” per creare “pinnacoli, merli, cornici e chiostri” e anche due pagode cinesi, dipinte di giallo, sopra le terme augustane. Data la mancanza di testimonianze sui “cambiamenti” di Mills, si può sostenere che il responsabile sia stato Smith e non lui.

Nonostante alcune prove suggeriscano che la villa sia stata costruita da Mills, come indicano i cardi nella decorazione, un riferimento alla sua origine scozzese, l’edificio rivela molto di più dello stile misto di Smith, con elementi gotici e italiani collegati ad altri indiani in una rotonda centrale affiancata da due torri ottagonali con in basso una loggia con archi: con le rovine di antiche civiltà sotto l’edificio e un grandioso panorama in alto, il progetto della villa ricorda quello di un bungalow di Delhi.

A conferma di questa tesi è il fatto che coloro che rimasero nella villa mentre Charles Mills era vivo non menzionarono l’aspetto “eccentrico” del complesso, cosa che sicuramente avrebbe fatto se le modifiche fossero già presenti. In questi resoconti, il giardino sembra essere stato il punto più attraente della villa piuttosto che l’architettura del palazzo, rendendo ancora più probabile che le nuove aggiunte fossero opera di Smith e non di Mills.

Nel 1856, la proprietà fu venduta alle sorelle della Visitazione, e ampliata da Virginio Vespignani. Tuttavia, essendo costruita sopra le rovine degli antichi palazzi imperiali del Palatino, la villa incorporava nella proprietà privata preziose testimonianze delle prime fasi dell’Impero Romano.

Anche se alla metà del XVIII secolo erano stati effettuati scavi nel sito, ad un certo punto divennero prioritarie la ricerca e la conservazione della conoscenza delle età più antiche della città attraverso esplorazioni molto più profonde delle semplici ispezioni sommarie condotte fino allora. Divenne quindi inevitabile la scelta di demolire la villa, operazione svolta sotto la direzione dall’archeologo Alfonso Bartoli, responsabile degli scavi del Foro Romano e del Palatino, il quale sosteneva che le nuove scoperte avrebbero giustificato ampiamente la distruzione del magnifico edificio. Gli scavi condotti tra il 1926 e il 1929 furono molto produttivi e, di conseguenza, l’unica struttura sopravvissuta del complesso rinascimentale è una piccola loggia rimasta dal vecchio palazzo, e una struttura più recente, già costruita dalle sorelle della Visitazione, che è diventata la sede dell’ Antiquarium del Palatino.

Dopo la demolizione di Villa Mills, furono avviati scavi sistematici nel sito e furono portate alla luce le residenze in cui vissero i primi imperatori romani: la Domus Augustana, che era la parte privata del palazzo con gli appartamenti e le terme private dell’augusto, ampliata da Domiziano.

Dopo la demolizione della Villa Mills, una delle poche strutture conservate fu chiamata “Loggetta Mattei” o “Casina Farnese”, che aveva ospitato gli affreschi di Baldassarre Peruzzi, e un edificio del XIX secolo dove si trova l’ Antiquarium del Palatino.