Tabacchiera micromosaico ponte Lucano

Tabacchiera micromosaico ponte Lucano

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Raffinato micromosaico romano su cassina di rame della fine del XVIII secolo, 1790 ca, raffigurante una veduta con il Ponte Lucano sul fiume Aniene. In primo piano un pastore con una mucca, in secondo piano il Mausoleo dei Plauzii, sullo sfondo i monti tiburtini.

Montato, entro una cornice in oro cesellata a motivi floreali, sul coperchio di una tabacchiera in tartaruga ed oro non reca punzoni. Probabile manifattura centro europea degli inizi del XIX sec, 1810 circa.

Dimensioni cm 5,3 x 9 il solo micromosaico cm 3,6 x 7

Stato di conservazione ottimo, commisurato all’epoca. Vecchi restauri alla tartaruga.

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Il Ponte Lucano è uno dei quattro ponti romani sul fiume Aniene, fra Roma e Tivoli. La suggestione è data dall’edificio circolare che è l’antico Mausoleo dei Plauzii che nel 1465, per decisione di papa Paolo II fu adibito a torre fortificata e merlata, messa a guardia del ponte. Lungo la via Tiburtina s’incontra il ponte Lucano che scavalca l’Aniene a 24 chilometri da Roma, non lontano dalla Villa Adriana. Il nome (è stato chiamato anche Logano, o Lugano) deriva dal ricco tiburtino Marco Plauzio Silvano (o Lucano) che all’epoca di Augusto volle, in quel punto preciso, sulla riva sinistra dell’Aniene, erigere il sepolcro della sua famiglia: la Tomba dei Plautii. Gli altri tre ponti antichi sull’Aniene sono il Ponte Mammolo, il ponte Nomentano e il ponte Salario. In origine il ponte aveva cinque arcate, rivestite di travertino, di cui quella centrale era più ampia delle altre, per accogliere il maggior flusso dell’acqua. Oggi ne sono ben visibili tre, poiché le altre sono parzialmente interrate. Fu distrutto da Totila nel 547 d.C., durante le Guerre Gotiche, come narra Procopio e fu ripristinato da Narsete intorno al 560 d.C. Il ponte fu restaurato ampiamente nel 1835, sotto il pontificato di Gregorio XVI. Nei pressi del ponte sorgeva un approdo, da dove s’imbarcava il travertino destinato a Roma. Non lontano dal ponte Lucano, intorno al 1150, Federico Barbarossa incontrò il papa Adriano IV. Il luogo in cui sorge, sul fondo di una valle immersa nel verde, ha ispirato numerosi artisti, tra cui Israel Silvestre (incisione, 1648), Piranesi (incisione, 1756), Salvator Rosa, Lorrain, Poussin, Corot.