Micromosaico Georgi Wekler

Micromosaico Georgi Wekler

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Eccezzionale tabacchiera in porfido rosso con montatura in argento dorato recante il bollo pontificio della città di Roma, sul cui coperchio è montato un raro micromosaico su cassina di argento realizzato dal mosaicista Russo Georgi Ferdinand Wekler (1800-1861), raffigurante la cosiddetta Casina o Villa di Raffaello che sorgeva all’interno Villa Borghese.

L’oggetto è databile tra il 1834 ed il 1837, unico periodo in cui il Wekler si recò a Roma.

Dimesioni della tabacchiera cm 10 x 8,3 x 2,6 ca, il mosaico cm 7,1 x 5,3 ca

L’edifico raffigurato nel mosaico, il Casino di Raffaello che si ergeva nella Villetta Doria di proprietà del cardinale Giuseppe Doria Pamphili, era in origine un giardino in perfetto stile inglese realizzato tra il 1785 ed il 1790 da Francesco Bettini. L’area fu però completamente devastata dai bombardamenti francesi del 1849 (seconda Repubblica Romana). In quell’occasione fu distrutto anche l’edificio principale, la Casina di Raffaello, così denominata per la presenza di affreschi raffaelleschi, fortunatamente staccati nel 1836 e oggi conservati al Museo Borghese. Da allora l’area fu usata come galoppatoio e ogni assetto storico è andato distrutto dalla realizzazione del parcheggio interrato negli anni Settanta.

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Georgi Ferdinand Wekler (Riga 1800 – San Pietroburgo 1861). Georgi Ferdinand Wekler è il più famoso maestro mosaicista Russo. Nacque a Riga da umile famiglia nel 1800, si spostarono a San Pietroburgo nel 1801, dove suo padre, un insegnante, morì alcuni anni dopo. Georgi fu mandato a vivere da un amico di famiglia, il comandante della fortezza di Neishlot, in Finlandia. Quest’uomo lo istruì nel disegno e nella matematica in preparazione per la carriera militare, ma Wekler preferiva l’arte e finalmente gli fu permesso di recarsi a Mosca nel 1814, dove divenne apprendista di un pittore su vetro, imparando a decorare le uova di vetro che tradizionalmente in Russia si regalavano per il periodo Pasquale. Un giorno, il mosaicista romano Moglia, probabilmente Domenico, vide le uova nella vetrina del negozio, e chiese di poter conoscere l’artista, e alla fine invitò Wekler a vivere presso il suo studio e ad imparare l’arte del micromosaico. Dopo aver diligentemente studiato e praticato per oltre due anni, il talentuoso Wekler divenne un mosaicista raffinato. Rifiutò l’invito di accompagnare Moglia a Roma nel 1819, rimase a Mosca mantenendosi con il suo cresente lavoro di mosaici e disegni per ceramiche. A partire dal 1821, avendo apparentemente accumulato un repertorio di lavori, Wekler tornò a San Pietroburgo dove il suo micromosaico, “Il figlio perduto di Santa Rosa” fu acquistato dalla Imperatrice Elisabetta Feodorovna. Lo Zar Alessandro I successivamente gli commissionò due altri lavori, paesaggi dei palazzi imperiali di Kameoi Ostrow e Jelagen. Il suo lavoro era così tanto apprezzato che nel 1822 fu nominato Meastro di Mosaico all’Accademia d’Arte di San Pietroburgo. Nel 1824 aveva realizzato quattro altri paesaggi delle proprietà Imperiali vicino San Pietroburgo per la famiglia reale. Nel 1825 a Wekler fu commissionato da Alessandro I di realizzare la copia in micromosaico di un dipinto nel Palazzo d’Inverno, “Interno della Chiesa dei Cappuccini” di Francois Marius Grenet. Mentre Wekler realizzava questo progetto lo zar Alessandro morì. Ad ogni modo, il nuovo Zar, Nicola I, fu così soddisfatto del risultato che diede all’artista un maggiore compenso ed un anello di diamanti. Nicola successivamente commissionò a Wekler un mosaico di animali da un dipinto nelle collezioni reali di Paulus Potter, ed un’altro da Claude Lorraine “La fuga in Egitto”. Questo lavoro lo occupò per ben cinque anni. Durante questo periodo nel 1829, Wekler è menzionato per aver anche restaurato una copia in mosaico della “Madonna della seggiola” di Raffaello , probabilmente la versione settecentesca del mosaicista G. Malusardi. Wekler si recò a Roma nel 1834 con una sovvenzione reale per lanciare un progetto così ambizioso che persino l’ambasciatore Russo era scettico sulla possibile realizzazione. Avrebbe dovuto realizzare una copia a grandezza naturale (405 x 278 cm) del dipinto di Raffaello “La Trasfigurazione”. Al completamento dell’opera nel 1837, i 150 e passa mosaicisti attivi a Roma rimasero senza parole. Papa Greogorio premiò Wekler con una medaglia d’oro e si offrì di acquistare il mosaico per 12000 scudi ( circa 304.000 Euro odierni). Wekler declinò l’offerta del Papa e portò con se a San Pietroburgo la Transfigurazione, dove lo Zar la pagò ben 25.000 rubli. Gli venne anche conferito il titolo di Maestro Mosaicista di Corte con uno stipendio di 3.000 rubli all’anno. Dal 1838 Wekler insegnò all’Accademia e nel 1842 divenne il Direttore di Mosaico della Cattedrale di Sant’Isacco, lvorando al progetto di completamento di certo mosaici nelle chiese. Piccoli mosaici di Wekler includo i busti di Platone ed Aristotele, contadini Russi, animali, figure , una Troika, Il Palazzo di Jelagen, Il Palazzo di Gatchina, La Basilica di San Pietro, Il Palazzo di Isaac, la Chiesa di Marmor, la Cattedrale di San Basilio a Mosca e il Padiglione Reale a Brighton. (Gabriel, Jeanette Hanisee, et al. Micromosaics. London: Philip Wilson in association with The Gilbert Collection , 2000.)