





"Nelle paludi Pontine" Pietro Barucci
Dipinto ad olio su tela raffigurante scena ambientata nelle paludi pontine raffigurante un carro pieno di fieno trainato da bufale, con personaggi.
All'interno di una cornice fiorentina coeva in legno finemente intagliato e dorato.
Dimensioni cm 70 x 103 ca.
Firma: P. Barucci Roma
Periodo: 1880 ca
Ottime condizioni commisurate all'epoca; tela originale.
Dipinto ad olio su tela raffigurante scena ambientata nelle paludi pontine raffigurante un carro pieno di fieno trainato da bufale, con personaggi.
All'interno di una cornice fiorentina coeva in legno finemente intagliato e dorato.
Dimensioni cm 70 x 103 ca.
Firma: P. Barucci Roma
Periodo: 1880 ca
Ottime condizioni commisurate all'epoca; tela originale.
Dipinto ad olio su tela raffigurante scena ambientata nelle paludi pontine raffigurante un carro pieno di fieno trainato da bufale, con personaggi.
All'interno di una cornice fiorentina coeva in legno finemente intagliato e dorato.
Dimensioni cm 70 x 103 ca.
Firma: P. Barucci Roma
Periodo: 1880 ca
Ottime condizioni commisurate all'epoca; tela originale.
PIETRO BARUCCI
Roma, 20.IV.1845 – 23.II.1917
Pittore di scene di genere, fu soprattutto paesaggista di ottime qualità. Perfezionò gli studi all’Accademia di Belle Arti sotto la guida di A. Vertunni, del cui stile assimilò specie in gioventù molte caratteristiche, a tal punto che sue pitture di quel periodo, non firmate, sono state attribuite al suo maestro.
Ebbe nel 1878 un premio per l’abilità raggiunta in questo genere di pittura: fu generalmente considerato “eccellente pittore di paesaggi che tagliava assai bene e sapeva rendere con verità ed efficacia”.
Nell’età matura trasformò il suo studio al numero 78 di via Margotta in un laboratorio.
Espose a Roma nel 1883, a Chicago nel 1893, a Roma nel 1901 e al Salone degli Indipendenti a Parigi nel 1907.
Assai pittoresche sono le sue vedute degli Appennini, della Campagna romana e delle Paludi pontine che, come ricorda il De Gubernatis, riesce a penetrare nella sua essenza comprendendone la vera poesia “della quale rende, con evidenza da maestro, le linee orizzontali sovrapponendovi in leggeri ondulamenti, le varie gradazioni di verde, le acque pestilenziali, ove guazzano bufali immobili.”