Micromosaico Ponte Salario

Micromosaico Ponte Salario

0,00 €

Micromosaico su cassina di rame raffigurante una veduta di Ponte Salario a Roma, montato sul coperchio di una tabacchiera in tartaruga, intarsiata con radica di legno di frutta ed ottone.

Manifattura romana della fine del XVIII sec per il mosaico e francese dell’inizio del XIX sec per la tabacchiera.

Dimensioni: cm 8,5 x 2h la tabacchiera e cm 6,3 il micromosaico.

Stato di conservazione molto buono

Esaurito
Aggiungi al carrello

Costruito dagli Etruschi, fin dall’antichità era sovrastato dalla via Salaria, sulla quale veniva trasportato il sale nella Sabina. Secondo la leggenda, sul ponte Salario sarebbero passate le sabine vittime del rapimento dei romani; nel 361 a.C. sarebbe avvenuto il duello tra Manlio Torquato e un gallo adornato di torques (da cui il soprannome del soldato romano).

Il ponte fu scelto, inoltre, come sede di accampamento di eserciti che invasero la città di Roma: nel 472 vi fece sosta il goto Ricimero; nel 537 Vitige, re dei Goti, che tuttavia non riuscì a saccheggiare l’Urbe, difesa a Porta Salaria da Belisario.

Nel 728 nelle vicinanze del ponte avvenne lo scontro tra i Longobardi (giunti in difesa di papa Gregorio II) e l’esercito dell’esarca Paolo, inviato da Leone l’Isaurico, imperatore bizantino.

Nel 1378 i Bretoni, ostili a papa Urbano VI, sconfissero i romani accorsi in aiuto del pontefice, uccisi e macellati come bestie. Nel 1433 il ponte fu occupato dalle truppe di Nicolò Piccinino.

Tra il Settecento e l’Ottocento, il ponte fu distrutto diverse volte: nel 1799 i napoletani lo fecero saltare per impedire il passaggio dei francesi di Napoleone; nel 1849 l’operazione fu ripetuta proprio dai francesi di Oudinot, che impedirono l’avanzata verso Roma delle truppe garibaldine.

Nel 1874 il ponte fu restaurato, ma dopo la ricostruzione, nel 1930, perse ogni antico resto tranne “due archi minori di sottorampa da una parte e dall’altra dell’arco centrale moderno”[1].